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Consegnati all’ICR cinque reperti in argento attribuiti al “Tesoro di Morgantina”
Data: 06/12/2024
L’eccezionale sequestro del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale
A seguito della consegna formale avventa alcuni giorni fa presso il Reparto Operativo Tutela Patrimonio Culturale di via Anicia, nella giornata di ieri sono stati trasferiti nel Laboratorio di restauro dei Metalli e leghe dell’ICR cinque reperti in argento attribuiti al “Tesoro di Morgantina”. La loro permanenza in Istituto, giustificata dalla necessità di intervenirvi prontamente, avviene in regime di custodia giudiziale e ad esito di temporaneo dissequestro del Giudice del Tribunale di Roma, essendo ancora in essere il procedimento penale a carico del trafficante.
Alla presenza del Colonnello Dott. Paolo Befera e del Maresciallo Maggiore Dott.ssa Monica Satta, i restauratori del laboratorio hanno potuto aprire la cassa che conteneva i manufatti e per la prima volta osservarne lo stato conservativo.
L’insieme, puntualmente descritto da Pier Giovanni Guzzo, consiste in un recipiente di forma troncoconica, una phyale, due skyphoi e un kyathos e, fatta eccezione per la phyale, che non consentirebbe confronti precisi, è pienamente associabile al già noto “Tesoro” di 16 reperti, proveniente dal Metropolitan Museum di New York e rientrato definitivamente in Italia da alcuni anni.
Ciò che rende straordinario l’attuale recupero, ferma restando l’oggettiva bellezza dei reperti, espressione della migliore toreutica di età ellenistica, è rappresentato, soprattutto, dal preservare intatte le condizioni assunte nella giacitura e durante l’interro in fase di occultamento. Gli oggetti, infatti, non solo presentano la complessa geografia e distribuzione dei fenomeni corrosivi che il tempo ha prodotto, ma mantengono ancora sulle superfici i depositi di terreno. Lo studio e l’analisi di entrambi questi aspetti, rendono pertanto l’attuale nucleo di oggetti particolarmente importante per un raffronto sia di natura tecnica, sia di tipo conservativo in relazione alla storia, alle vicissitudini e alle manomissioni che il “Tesoro” proveniente dal Metropolitan Museum di New York deve aver subito prima di rientrare definitivamente in Italia.
Il progetto di conservazione includerà tra le altre cose l'intervento di pulitura e la ricomposizione dei recipienti, estremamente fragili e in grave stato frammentario (sono numerosi i piccoli frammenti erratici conservati), nonché tutte quelle indagini diagnostiche finalizzate allo studio della tecnica esecutiva. Sarà progettata una campagna diagnostica volta alla caratterizzazione delle leghe, delle caratteristiche delle dorature e della composizione di eventuali residui di materiali impiegati nell'officina per realizzare il fissaggio di elementi quali le anse o i piedi.
Con l'apporto delle tecnologie 3D, utili a implementare la documentazione dello stato di conservazione nonché lo studio delle superfici con particolare riguardo per le tracce di lavorazione, sarà inoltre possibile operare confronti morfologici di alta precisione tra questi argenti e il nucleo conservato oggi presso il Museo di Aidone.