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Memoria digitale della forma
Il Laboratorio di Fisica dell'Istituto è da anni impegnato nella cosiddetta "Ricerca sui calchi indiretti". Il primo esempio di sperimentazione (anni 80) nasce da un'idea dell'allora direttore del laboratorio Giorgio Accardo, che applica per la prima volta una fotogrammetria terrestre ad un "tuttotondo": la statua equestre del Marco Aurelio, uno dei più importanti gruppi scultorei di Roma. Successivamente, con la commercializzazione dei primi scanner 3D, il laboratorio inizia uno studio-sperimentazione che confluirà nella cosiddetta ricerca: "Memoria digitale della forma".
Con l'utilizzo di uno scanner Laser 3D, il processo produttivo di modelli è caratterizzato da due fasi operative: il reverse engineering e il rapid prototyping. Nella prima fase si procede al rilievo geometrico tridimensionale della scultura, utilizzando la tecnologia del rilievo digitale tridimensionale. Attraverso successive attività di post processamento dei dati e di modellazione solida, si genera un Modello Digitale 3D, coerente con la forma della scultura originale.
Nel 2005, in occasione del trasporto della statua del Satiro Danzante di Mazara del Vallo all'esposizione prima nel Museo di Tokyo e poi all'Expo Universale di Aichi (Giappone), il laboratorio di Fisica realizza l'"Archivio Digitale delle Sculture", un database contenitore di immagini, notizie e rilievi in 2D e 3D dei lavori svolti: dai primi modelli “a gradino” del Marco Aurelio, ai Bronzi di Riace, al calco della testa del Cavallo di Marco Aurelio ad opera del "Canova", alla statua del San Michele Arcangelo del Duomo di Orvieto (acquisita con scanner "a luce strutturata"), fino ai più recenti lavori di acquisizione.