• home
  • Laboratori e servizi - briologia

Area Briologia

Questo settore del Laboratorio di Indagini Biologiche si occupa dello studio del ruolo delle Briofite (Muschi e Epatiche) nel biodeterioramento dei manufatti lapidei e lignei. Le Briofite sono caratterizzate da un aspetto generalmente simile a quello di una piccola piantina; gli individui possono essere eretti o striscianti sul substrato di crescita, e sono costituiti dai rizoidi (sottili filamenti con funzione di ancoraggio e di assunzione di acqua e ali minerali), da un fusticino semplice o ramificato,  e dai filloidi (piccole foglioline adibite a svolgere l’attività foto sintetica).

Questi vegetali sono in grado di colonizzare diversi substrati: roccia, intonaco, laterizio, terra, legno ed anche plastica, asfalto, tessuti ecc.

Le Briofite, quali biodeteriogeni dei Beni Culturali, possono colonizzare le seguenti tipologie di manufatti:

  • strutture archeologiche ed architettoniche esposte all’aperto
  •  strutture archeologiche ed architettoniche semiconfinate (loggiati, chiostri, aree coperte da tettoie, chiese rupestri)
  •  fontane
  •  ipogei e grotte illuminati artificialmente o naturalmente.

In tale ambito sono condotte ricerche sui meccanismi di degrado chimico-fisico, svolti da questi vegetali, sui substrati colonizzati.  Le strutture basali di ancoraggio, rizoidi, sono in grado di esercitare danni al materiale su cui vivono mediante il cosiddetto contatto-scambio di cationi.

I manufatti storico-artistici ed archeologici maggiormente coinvolti  dal degrado operato dalle briofite sono i mosaici esposti all’aperto in quanto la crescita briofitica riduce la coesione tra le tessere musive.

Alcune specie di muschi, definiti incrostanti, sono in grado di vivere anche con l’apparato vegetativo (gametofito) ricoperto da spessi strati carbonatici. La presenza di tali specie è tipica di  habitat acquatici o molto umidi, quali ad esempio le fontane.

Le specie identificate possono essere utilizzate come bioindicatori sulla base delle loro peculiari esigenze nei confronti dei fattori ambientali: luce, pH, tipo di substrato, temperatura, umidità relativa, contenuto di acqua del substrato.

Il controllo della crescita briofitica si effettua essenzialmente mediante metodi diretti, rappresentati da trattamenti biocidi con prodotti chimici ad ampio spettro o con erbicidi, valutando contestualmente  gli eventuali effetti di interferenza con i materiali costituitivi.

Indagini sui metodi di prevenzione nei confronti della colonizzazione briofitica vengono svolti individuando idonee strategie in grado di modificare i parametri ambientali attraverso l’uso di materiali, strumenti  o metodi di copertura, sia in ambienti all’aperto sia in ambienti semiconfinati o confinati. Le caratteristiche ecologiche delle specie possono risultare utili per indirizzare gli interventi  verso la modifica di tali condizioni ambientali al fine di renderle più idonee alla conservazione del manufatto (es. variazioni dei valori di UR o dei livelli di illuminamento). Tale studio assume particolare rilievo nel caso di ambienti ipogei o semiconfinati.

L’identificazione delle specie può consentire, inoltre, una definizione indiretta delle condizioni microclimatiche o climatiche dell’area di studio, sia attuale che pregressa, fornendo ulteriori utili indicazioni per gli interventi di restauro.