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I frammenti dell'affresco absidale di San Pietro, Tuscania

intervento di restauro

Lo studio di fattibilità, cominciato all’inizio del 2006 e svoltosi nel laboratorio allestito nella chiesa sconsacrata di S. Agostino, è avanzato su diversi binari. Le operazioni svolte sui frammenti sono state precedute dalla raccolta di tutta la documentazione fotografica dell’abside prima del 1971, dalla ricerca di archivio e dal rilievo topografico tridimensionale dell’abside che ha anche permesso di calcolare la superficie esatta del dipinto crollato (ca. 75 mq). Si è intervenuti sui frammenti solo dopo aver documentato fotograficamente le 46 casse di legno originali, piene di materiale fino all’orlo.  Il restauro si è limitato ad una blanda pulitura e al consolidamento dei frammenti più fragili mediante l’applicazione di resina acrilica al 5% ed alla riadesione localizzata di pellicola pittorica.

I frammenti sono stati sistemati in nuove cassette a singolo strato per un totale di 141, tale operazione ha consentito una prima selezione e ha permesso di stimare la loro superficie (ca. 22 mq), pari a circa il 30% del totale dell’affresco mancante. Dopo una seconda selezione, i circa 50.000 frammenti dell’affresco absidale di San Pietro a Tuscania, organizzati per gruppi analogici, sono stati sistemati in 171 cassette e sono state create numerose cassette tematiche che riuniscono i frammenti appartenenti a gruppi omogenei come incarnati, ali, panneggi verdi, panneggi rossi. A conclusione dello studio di fattibilità, è stata messa a punto una banca dati (Excel) che permette una ricerca per gruppi, indica la quantità e misura dei frammenti e include links alla documentazione fotografica di dettaglio e delle singole cassette.

Nella seconda fase del progetto si è proseguito il lavoro di ricerca di attacchi diretti tra frammenti, contestualmente sono stati scannerizzati circa 4000 frammenti per la creazione di un catalogo digitalizzato per la ricerca informatizzata attraverso il software sviluppato dal ex-Laboratorio Mantegna di Padova. L’applicazione si basa sul confronto dei segni grafici presenti su un frammento con quelli visibili sulle foto storiche. La ricerca informatizzata ha permesso di individuare la posizione esatta di 250 frammenti tra cui alcuni frammenti monocromi con sole strutture di pennellata.

Per una prima prova di ricomposizione manuale su base fotografica a grandezza naturale sono stati scelti i due angeli superiori, al lato di Cristo; la ricerca effettuata principalmente sulle foto d’archivio visualizzate su un monitor LCD ma anche direttamente sulla base fotografica, si è limitata dapprima a frammenti di dimensione medio-grandi. Le prove hanno mostrato le possibilità e i limiti di questa operazione e offerto una sorta di anteprima di un possibile risultato finale.

Il proseguimento del progetto è tutt’ora in corso, si avanza con la ricomposizione delle pitture sia attraverso la ricerca manuale che informatica, ad oggi sono stati ricollocati più di 10.000 frammenti e trovati più di 2000 attacchi diretti che hanno permesso di ingrandire i brani di pittura. Durante l’ultimo periodo la ricomposizione si è concentrata sull’angelo superiore destro, scelto per la produzione del prototipo di presentazione. E’ attualmente in corso la produzione di un supporto leggero in fibra di carbonio che sulla base delle coordinate 3D fornite da un gruppo di esperti del Politecnico di Torino, riprodurrà la morfologia della calotta nell’area dell’angelo superiore destro (superficie: ca 8 mq).  Il supporto sarà poi intonacato e provvisto di un fondo fotografico monocromo. L’immagine fotografica rettificata, elaborata dal Politecnico di Torino dividendo l’area in diversi settori, sarà poi trasferita direttamente all’intonaco usando il sistema Tattoo Wall ® già impiegato nell’ambito del Progetto Mantegna per la presentazione dei frammenti ricomposti della Cappella Ovetari a Padova.

La conclusione della terza campagna di lavori è prevista per ottobre 2013.