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Il lanciatore di anelli "Rope Quoit", Eugenio Maccagnani, Accademia Nazionale di San Luca, Roma

intervento di restauro

L’intervento di pulitura ha previsto una prima rimozione dei depositi incoerenti mediante lavaggi con un tensioattivo non ionico e successivi risciacqui con acqua deionizzata. Per eliminare i depositi e i prodotti di corrosione più coerenti la pulitura è proseguita poi con spazzole in acciaio e in setola sintetica montate su un micromotore. Una soluzione di acqua addizionata con anidride carbonica ha permesso di ammorbidire le croste nere e facilitarne la successiva rimozione meccanica. Queste, così come l’incoerente patina di alterazione, sono dovute all'esposizione all'aperto e sono alternate alle linee geodetiche di colature prodotte dalla pioggia, con azione dilavante e veicolante, che lasciano una superficie corrosa e percorsa da queste deturpanti striature.
L’esigenza di movimentare l’opera e di adagiarla in posizione orizzontale per visionare le condizioni di degrado dell’interno della base ha permesso di compiere le opportune operazioni di pulitura rimuovendo la terra di fusione, ancora adesa alla superficie. Le superfici, interne ed esterne, sono state disidratate più volte con solventi applicati per nebulizzazione e a pennello.
La scelta del sistema di protezione è stata decisa in base alla futura ricollocazione dell’opera all’esterno: su tutta la scultura è stato applicato un primo strato di resina acrilica contenente un inibitore di corrosione specifico per le leghe di rame, dato con più stesure. E’ seguita quindi l’applicazione di una cera microcristallina per isolare maggiormente lo strato di protettivo dagli agenti atmosferici.
Tra le due diverse applicazioni del sistema di protezione sono stati effettuati dei ritocchi cromatici solo per attenuare le discromie presenti in prevalenza nelle zone caratterizzate dalle colature geodetiche, mentre le due fessurazioni riscontrate sulla base sono state isolate con resina epossidica pigmentata.