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La peschiera della villa romana di Torre Astura, Nettuno, Roma

stato di conservazione e interventi precedenti

La superficie delle strutture era ricoperta da organismi biologici che rendevano impossibile la diagnosi dello stato di fatto e quindi si è iniziato con una pulitura finalizzata alla loro rimozione. Le vasche presentavano una tessitura muraria realizzata con blocchetti quadrangolari a taglio regolare e opera muraria a sacco. I conci erano in buono stato e saldamente ancorati alle strutture, ad eccezione di zone dove la perdita di malta tra i giunti ne rendeva precaria l’aderenza alla muratura. Oltre a fenomeni di erosione dovuti alle correnti presenti all’interno delle vasche, la malta era rimossa da organismi che risiedevano all’interno della matrice cementizia, creando canali che percorrevano tutto lo spessore delle strutture. In alcune zone erano evidenti lacune nella tessitura muraria, a causa della perdita dei conci. Ciò è imputabile principalmente all’azione dell’uomo, considerando che le strutture sono calpestabili dai bagnanti data la bassa profondità; inoltre, all’interno del perimetro esterno transitano imbarcazioni che ancorano a ridosso delle mura archeologiche. In più, l’azione degli organismi biodeteriogeni che colonizzano le superfici aveva provocato il collasso dei conci, impoveriti della malta. Sui basamenti delle vasche 2 e 3, realizzati dal taglio del banco roccioso costiero, era presente un compatto strato calcareo, ancorato al substrato, che non rendeva visibile la pietra sottostante.