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Baia sommersa, Terme di Punta dell'Epitaffio. Pavimento in opus sectile

stato di conservazione e interventi precedenti

Il pavimento, visibile solo in alcune zone nell’angolo SO dell’ambiente, si presentava ricoperto da uno strato di sedimenti, detriti e materiale erratico dello spessore medio di circa 50 cm. Le lastre marmoree visibili mostravano fratture e scarsa adesione allo strato di allettamento, con conseguente rischio di distacco. Al di sotto dei crolli, il pavimento si presentava lacunoso delle lastre marmoree per circa il 50% della superficie totale, con le aree centrali interessate da diffusa fessurazione. La superficie marmorea, nella zona centrale, era interessata da una diffusa incrostazione in forma di pellicola, di colore bruno-nero. Al di sotto il materiale costitutivo si presentava in buono stato di conservazione e recuperava la sua cromia originale senza mostrare macchie residue. Le strutture murarie perimetrali presentavano una diffusa colonizzazione da parte di organismi infestanti, che oltre a ricoprire interamente le superfici, avevano causato un impoverimento della malta interstiziale spinto in profondità, con il conseguente collasso di alcuni elementi in laterizio o in tufo, che costituivano il rivestimento murario. Sulla struttura muraria orientata a nord, a partire da 30 cm dal piano pavimentale, era presente un profondo sgottamento, causato dall’azione erosiva del moto ondoso, che si inoltrava per circa 35 cm all’interno del nucleo cementizio.