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analisi storico-critica

Il dipinto, di forma circolare (diam. cm.113), raffigura Maria adorante il Bambino che le tende le braccia; assistono due angeli che sembrano osservare la muta conversazione amorosa tra madre e figlio mentre altri due sono raffigurati dietro la Vergine; a completare e a fare da quinta alla scena c’è una siepe di rose in parte sbocciate. La simbologia della rosa, usata peraltro più volte da Botticelli, allude qui al perfezionamento dell’anima nel corpo e alla purezza virginale di Maria.

L’opera, collocabile nell’ultimo decennio del XV secolo, è stata alternativamente attribuita al maestro o alla sua cerchia. Secondo gli ultimi studi si tratterebbe di un’opera direttamente proveniente dalla bottega del Filipepi, affidata dal maestro - come molte altre destinate alla devozione privata – ai suoi collaboratori.

Il tondo è entrato a far parte delle collezioni medicee al tempo del Granduca Ferdinando II (1631) ed è stato a lungo utilizzato come arredo degli appartamenti ducali. Il documento di acquisto descrive anche una cornice, le cui caratteristiche trovano rispondenza in quella attualmente pertinente al dipinto.