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Il Piviale di Pio XI, Guido Ravasi, Stato Città del Vaticano

intervento di restauro

Il fine dell’intervento sul manto papale è stato quello di consentire, seguendo principi conservativi, l’esposizione in tre mostre consecutive tra il settembre 2008 e giugno 2009, nel corso delle quali è stata sempre eseguita una revisione accurata dello stato di conservazione del tessuto e soprattutto delle preziose applicazioni ricamate.

Infatti, dopo la prima valutazione dello stato conservativo si è reso necessario il consolidamento mediante fermatura a cucito dei ricami in corallo per procedere in sicurezza con i successivi interventi.

La pulitura dell’intero manto è stata condotta con aspiratore a potenza variabile, ponendo una protezione di velo di poliestere tesa sul tessuto. I depositi di cera, presenti in minima quantità, sono stati rimossi meccanicamente, con specilli per uso dentistico in acciaio. Le frange in seta floscia sono state pulite con mezzo acquoso e carta assorbente, su tavola aspirante, facendo seguire il posizionamento e l’asciugatura. Il consolidamento e risanamento dei tagli e delle lacune della fodera è stato eseguito a cucito a punto posato, su supporti parziali in seta inseriti al di sotto delle zone da fissare. Anche lo stolone, in corrispondenza della chiusura del pettorale, ha richiesto l’inserimento di supporti localizzati sotto la fodera per poter eseguire le cuciture di consolidamento.

Lungo tutto il perimetro è stato applicato a protezione e consolidamento della parte, un nastro (h cm. 2) realizzato ripiegando più volte un velo di poliestere. Questo nastro di rinforzo è stato necessario per poter applicare una fodera provvisoria (in cotone giallo) , essenziale per supportare il manufatto e consentire le manipolazioni e movimentazioni dell’oggetto in sicurezza.

Il supporto tridimensionale

Le dimensioni notevoli (m. 4,19 x 2,73) ed il taglio costruttivo hanno suggerito l’utilizzo di un supporto tridimensionale, progettato tenendo conto delle peculiarità dell’opera. Per l’esposizione è stata ideata e realizzata una struttura che assolvesse la funzione conservativa (per lo scarico delle tensioni) e contribuisse alla presentazione estetica dell’oggetto. L’altezza del manichino (cm. 195) svincolata da tentativi di antropizzazione, è stata calibrata anche in relazione alla primaria funzione del manufatto. I piviali di tali dimensioni, infatti, erano utilizzati dal Papa sulla sedia gestatoria o sul trono, e coprendo per intero tali sedute, rendevano l’immagine del Pontefice particolarmente imponenti. Per esporre il manto all’interno della vetrina, si è proposta quindi volutamente una altezza superiore alla media umana, sia per limitare la piegatura dei bordi che per suggerire comunque una immagine plausibile dell’oggetto nel suo effettivo uso.

La struttura di sostegno, che ha la particolarità di non apparire visibile, vuole anche esaltare la potenzialità espressiva determinata dal rapporto tra la preziosità della tessitura e l’incidenza della luce, che muta col mutare del tipo di illuminazione e di punto di vista.

Si è studiato il supporto anche in rapporto alla vetrina, a base circolare, per il miglior effetto estetico. Fogli di cartone ondulato da conservazione, materiale sostenuto ma leggermente flessibile, sono stati sagomati, piegati e assemblati rispetto alle forme e alle dimensioni del piviale. Al suo interno la funzione di ulteriore sostegno è svolta da anima interna rigida realizzata con travetti di legno incernierati e regolabili. L’intera struttura di sostegno risultava quindi scomponibile, facilitando il trasporto e le operazioni di smontaggio/rimontaggio. Il peso è stato distribuito su piani inclinati nella parte anteriore e posteriore, mentre le parti laterali sono state sostenute con cilindri di melinex ad elevata grammatura, rispettando la morbidezza dell’oggetto. Infatti la tipologia di tecnica costruttiva a nove “spicchi” si è rivelata particolarmente adatta a far panneggiare il manto lungo i fianchi laterali. Il supporto in cartone da conservazione è stato rivestito nella parte superiore con mollettone di poliestere bianco e nella zona perimetrale dello scollo è stato fissato il velcro (parte femmina) così da ottenere un ancoraggio maggiormente solidale con il manto, alla cui fodera in cotone, “di intervento”, era stato cucito il velcro (parte maschio).