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Bandiera del cacciatorpediniere Zeffiro, Roma

intervento di restauro

Pulitura
L’intervento di restauro ha previsto l’operazione di aspirazione del particolato con un aspiratore a potenza variabile sul recto e sul verso (con interposizione di un tessuto di poliestere semitrasparente di protezione). Il successivo intervento per via umida si è reso necessario per completare la pulitura delle fibre e permettere il loro riallineamento, in vista del consolidamento strutturale, dell’integrazione delle lacune e della presentazione estetica.
La bandiera è stata inserita tra due tessuti di poliestere semitrasparente e posizionata su un piano di acciaio forato. Il lavaggio è stato condotto in sicurezza per percolazione di acqua demineralizzata e quindi di soluzione detergente (acqua demineralizzata e tensioattivo non ionico Tween 20, nella proporzione di 1gr/litro). Le acque di lavaggio e dei risciacqui sono state campionate analizzando i valori di pH.
Per l’ultimo risciacquo è stata utilizzata acqua oligominerale a conducibilità specifica inferiore a 400 µs (a 20°C). Analogamente si è operato per  la coccarda.
L’opera è stata arrotolata su rullo e posizionata su carta assorbente prima dell’intervento di posizionamento che restituisce l’ortogonalità tra ordito e trame, anche con l’ausilio del tavolo aspirante.
Dopo la fase di posizionamento e asciugatura, nel telo centrale della bandiera, sono stati rimossi i rammendi che provocavano tensioni. Le zone interessate da questo intervento sono state nuovamente inumidite, posizionando in modo corretto ordito e trame.

Intervento di consolidamento e presentazione estetica
L’integrazione delle lacune è stata prevalentemente condotta mediante la realizzazione di inserti aventi la stessa forma e dimensione delle lacune stesse. Ciascun  inserto è stato cucito su una porzione di tulle più grande, in modo da fissare il tulle eccedente la lacuna al corpo della bandiera (sul retro) con filato in seta  e ago chirurgico. Il tessuto scelto per gli inserti è simile a quello originale (di colore più chiaro) e le lacune vengono così risanate allo stesso livello del tessuto che va ad integrare.
Completata questa fase la bandiera è stata fissata sia perimetralmente sia con filze passanti lungo le giunzioni dei teli e nelle zone più soggette a degrado del telo centrale su un tulle di poliestere che funge da supporto totale.
Per il montaggio è stata ritagliata nel carton plume (h mm10) la precisa sagoma del perimetro della bandiera[1]. Il pannello è stato foderato con sottile mollettone di cotone (lavato e disapprettato) e su questo è stata posata la bandiera. Il metodo di fissaggio è estremamente reversibile: sul retro il tulle che costituisce i “falsi margini” è semplicemente inserito in apposite incisioni praticate nel supporto, nelle quali risulta bloccato, graduando il tensionamento fino al valore corretto.
Sul recto, sia in corrispondenza del telo centrale che del telo rosso è stata infine applicata crepeline di seta tinta in laboratorio, con filze perimetrali: a protezione della zona più fragile nel primo caso, e come risorsa di tipo estetico nel secondo.

Attività nel laboratorio


[1] La scelta operativa di realizzare un supporto avente identica forma e dimensione della bandiera, è scaturita dalla volontà di svincolare la funzione di sostegno da quella di presentazione estetica, contaminazione che si riscontra nei montaggi più consueti. In questo caso infatti l’oggetto, leggero e maneggevole, può essere fruito senza interferenze, e può avere più possibilità espositive. È stata data indicazione di mantenere comunque l’opera non verticale ma leggermente inclinata  . Il supporto sui margini presenta un taglio a 45° che ne diminuisce la visibilità