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Il polittico di Santa Sabina, cappella di San Tarasio, chiesa di San Zaccaria a Venezia

stato di conservazione e interventi precedenti

Le condizioni generali dei sei dipinti su tavola a fondo oro indicavano una storia conservativa alquanto complessa.  Pur non essendo mai stati spostati dall’ambiente per il quale furono commissionati, l’aspetto delle tavole “raccontava” una storia di manutenzioni e interventi di restauro reiterati, nel tentativo di rallentare l’inevitabile degrado che colpisce i dipinti su tavola conservati a lungo in un ambiente non idoneo, quale è la cappella di San Tarasio, nella quale i valori di umidità relativa oscillano nella maggior parte dell’anno fra il 60% e il 90%.

Nell’ultimo intervento di restauro del 1983, erano stati utilizzati materiali che si sono modificati nel tempo. Sia i ritocchi che lo spesso strato di vernice erano alterati al punto da non consentire una corretta lettura del prezioso testo pittorico di Antonio Vivarini e Giovanni D’Alemagna.

Era evidente inoltre una diffusa de-coesione degli strati preparatori che aveva provocato molti distacchi di colore dal supporto ligneo e piccole cadute di pellicola pittorica: i principali problemi della pellicola pittorica erano pertanto i ritocchi alterati e un diffuso difetto di adesione al supporto.

La radiografia ha confermato ciò che un attento esame visivo aveva fatto ipotizzare e cioè che i dipinti avessero ampie zone lacunose nelle quali erano andati perduti sia gli strati preparatori che la pellicola pittorica originale.

 Rifacimenti antichi, ormai storicizzati, erano stati eseguiti per compensare  la perdita di dettagli figurativi anche importanti; la particolarità di queste lacune è che in un momento imprecisato sono state risarcite dipingendo direttamente sul legno.

La spessa patinatura eseguita durante l’ultimo restauro rendeva omogenea la tonalità generale dei dipinti e i contorni esatti dei rifacimenti ottocenteschi erano poco visibili.

La tecnica fotografica in falso colore nell’IR ha contribuito, insieme alle altre indagini multispettrali,  a definire con esattezza le aree non originali.

L’unica tavola integra, senza alcun rifacimento,  è l’Angelo con cartiglio

I fondi oro erano in discreto stato di conservazione; in ogni tavola le lacune lungo i bordi erano state ridorate in un precedente intervento di restauro e patinate per accordarle al fondo oro originale.

Nel tempo la patinatura si era alterata provocando un effetto ottico “a macchia”.

In generale si può affermare che, nonostante le ampie lacune e i distacchi degli strati pittorici, lo stato di conservazione della pellicola pittorica era discreto

Sotto gli strati non originali le preziose finiture della tecnica a tempera, le lumeggiature, le sottili velature sono venute alla luce a volte quasi perfettamente conservate.