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Il Mitra tauroctono dalla Civita di Tarquinia

stato di conservazione e interventi precedenti

Oltre alle numerose mancanze già descritte nella sezione precedente, la scultura presentava depositi superficiali terrosi e incrostazioni carbonatiche di colore marrone chiaro dall’aspetto irregolare e di vario spessore, diffuse su gran parte della superficie, fatta eccezione per alcune zone (panneggio della tunica del mitra, fianco sinistro del toro, corpo del cane) dove la superficie lapidea appariva molto ben conservata con evidenti segni degli strumenti di lavorazione, mettendo in evidenza la bella qualità del materiale costitutivo originario di possibile provenienza asiatica, caratterizzato da venature grigiastre.

Tutte le superfici di frattura, anche se molto nette, si presentavano completamente ricoperte da incrostazioni terrose, formatesi a seguito dell’interramento e appartenenti alle vicende conservative pregresse dell’opera.Sul corpo del cane si evidenziava un’alterazione diffusa con opacizzazione della pietra e presenza di piccole scagliature e zone di erosione dovute ad antichi traumi meccanici

Vistose macchie di colore bruno rossastro erano visibili in zone circoscritte, fra il collo e la zampa anteriore destra del toro, tra il basamento, i testicoli del toro e lo scorpione. Sulla zampa sinistra anteriore del toro, all’altezza della giuntura, si evidenziava una zona più scura.

In alcune aree in corrispondenza della parte posteriore del collo e del fianco del toro, la superficie lapidea appariva interessata da un fenomeno superficiale di erosione, dovuto forse alla posizione di giacitura nel terreno della la scultura.

Ad una prima osservazione non sembrava che fossero presenti tracce di policromia originale, come è stato confermato dall’esame puntuale delle superfici eseguita con l’ausilio del microscopio digitale (Dino Lite a 20x/50x/200x ingrandimenti).