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Si fa il punto sul "Gran Carro" di Bolsena

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Data: 12/12/2019

A sessant'anni dalla scoperta, esperti a convegno per parlare delle recenti attività e novità sul villaggio palafitticolo sommerso risalente all'età del Ferro

Il 12 dicembre a Palazzo Patrizi Clementi a Roma si incontrano i maggiori esperti del villaggio villanoviano, ora sommerso dalle acque del lago di Bolsena, conosciuto come “Gran Carro”, per illustrare le più recenti attività dell’area del lago laziale, i nuovi dati emersi dagli studi e le prospettive per la conservazione e valorizzazione.

Dopo i saluti della Soprintendente SABAP-RM-MET Margherita Eichberg, si alterneranno al tavolo dei relatori le funzionarie archeologhe della SABAP-RM-MET Maria Letizia Arancio e Barbara Barbaro, oltre a Francesco di Gennaro (già Soprintendente MiBACT), e i professori Andrea Cardarelli (Università Sapienza), Alessandro Guidi (Università Rome Tre) e Manuela Romagnoli (Università della Tuscia).

Il nostro Istituto sarà presente con Barbara Davidde, archeologa specialista in archeologia subacquea e responsabile del NIAS (Nucleo Interventi di Archeologia Subacquea) dell’ISCR che presenterà i risultati della decennale collaborazione con la Soprintendenza per lo studio del sito.

In particolare, la Davidde presenterà il progetto di monitoraggio dello stato di conservazione dei siti sommersi perilacustri del lago di Bolsena avviato dal 2009 e i risultati delle indagini biologiche condotte dal laboratorio di Biologia dell'ISCR (in particolare Giulia Galotta e Sandra Ricci) che ha svolto le analisi per l'identificazione delle specie legnose dei pali dell'abitato, le analisi per la valutazione dello stato di conservazione del legno e dei reperti ceramici ritrovati nel corso delle campagne di scavo e ricerca.

Il Villaggio villanoviano del Gran Carro è stato anche un sito di sperimentazione del progetto Europeo SASMAP (vedi anche http://sasmap.eu/sasmap/) nel corso del quale è stato messo a punto il metodo di recupero di reperti fragili dallo scavo archeologico subacqueo mediante l'uso di supporti di fibra di carbonio.

Il metodo è ora stato utilizzato dall'ISCR anche in altri contesti archeologici (vedi per esempio il recupero delle botti lignee dal relitto di Gnalic in Croazia). Le attività dell'ISCR sono state svolte in collaborazione con la Soprintendenza territoriale, l’Università della Tuscia e il Nucleo Carabinieri Subacquei di Roma.

Vedi anche la notizia nel sito della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale

http://www.sabap-rm-met.beniculturali.it/  vedi anche

http://www.sabap-rm-met.beniculturali.it/it/237/eventi/1766/oltre-il-fondo_-il-gran-carro-di-bolsena-a-sessant-anni-dalla-scoperta

Nella foto in alto: durante il recupero di un reperto ligneo nel sito sommerso del Gran Carro