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Le finte sculture di Pino Pascali. Questioni di tecnica e di conservazione

Autore: G. DE CESARE, P. IAZURLO

Anno: 2018

in: Lo Stato dell'Arte, XVI Congresso Nazionale IGIIC, Trento 25-27 ottobre 2018

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Eseguite dal 1964 al 1966, le “finte sculture” di Pino Pascali si concentrano progressivamente sulla rappresentazione di particolari anatomici femminili ingigantiti (i cosiddetti “pezzi di donna”) e di segmenti di animali stilizzati, da disporre a terra o appendere a parete come un quadro (come i “trofei di caccia”).

Di carattere ironico e teatrale, fortemente debitrici della cultura pop, le finte sculture combinano tecniche pittoriche con procedure desunte dal mondo del bricolage o della tappezzeria: i supporti sono costituiti da tele montate su strutture di sostegno presagomate che consentono la tridimensionalità della forma, dipinte con stesure omogenee, in gran parte a monocromo nei colori del bianco o del nero. L’apparente semplicità della forma stilizzata è ottenuta per mezzo di un progetto preciso, che sfrutta telai centinati o combinati con elementi eterogenei a cui l’artista affida la resa del volume, rivestiti di una tela leggera che si adatta alla forma.

Il laboratorio di restauro materiali dell’arte contemporanea dell’ISCR ha avuto modo di indagare alcune di queste sculture in occasione di interventi di conservazione e restauro, come quello recentemente eseguito su Coda di cetaceo (1966, Galleria civica d’arte moderna di Spoleto). Lo studio dell’opera e della sua tecnica di esecuzione, posta a confronto con quella adottata per Maternità (1964, Galleria Comunale d’arte moderna di Roma) e Seni (1964, collezione Calvesi), ha consentito di comprendere appieno i procedimenti adottati da Pascali in questa fase della sua attività e i conseguenti problemi conservativi di queste opere, la cui fragilità è legata alla leggerezza dei volumi cavi, alle grandi dimensioni e alla ricercata omogeneità delle campiture monocrome, spesso considerata con scarsa attenzione in occasione di passati interventi di manutenzione.

Per tali opere l’intervento di restauro parte dall’attenta considerazione di questi aspetti, che condizionano fortemente le scelte metodologiche da compiere, sia nel caso del risanamento di problemi strutturali, sia nel caso della pulitura delle superfici o di semplici manutenzioni periodiche.