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Giovedì 30 gennaio 2025 - Villa Silvestri Rivaldi. Un cantiere di studio nel centro di Roma
Data: 24/01/2025
Presentazione del volume
Una straordinaria villa cinquecentesca a un passo dal Colosseo e dai Fori, eppure tanto ignota al grande pubblico, a causa di una storia complessa e poco fortunata. Giovedì 30 gennaio alle ore 16.30, nella sala Brandi dell’Istituto Centrale per il Restauro, se ne parlerà durante la presentazione del libro Villa Silvestri Rivaldi. Un cantiere di studio nel centro di Roma (Viella, 2024).
Curato da Gianni Pittiglio e Maria Adelaide Ricciardi (MiC – Direzione generale Educazione ricerca e istituti culturali), il volume raccoglie gli atti del convegno tenutosi nel dicembre del 2022 a Palazzo Poli, sede dell’Istituto Centrale per la Grafica, a cui parteciparono studiosi e studenti di soprintendenze, università, direzioni generali, musei e istituti di restauro.
Il titolo di quell’evento, Una fiorita e vaga primavera. Studi e ricerche su Villa Silvestri Rivaldi, intendeva dare l’idea dello splendore percepito in origine da chi entrava nel complesso, come il celebre naturalista Ulisse Aldrovandi che lo fece tra 1549 e 1550, e scrisse appunto: «Son questa sala e camere così vagamente dipinte e adorne, che pare in una fiorita e vaga primavera s’entri e ben dimostrano il gentile spirito del loro Signore».
Quel signore era Eurialo Silvestri da Cingoli, cameriere segreto di Paolo III Farnese (1534-49), che fece costruire e decorare il palazzo nella speranza, rimasta vana, di diventare cardinale, avvalendosi delle botteghe di artisti del calibro di Antonio da Sangallo il Giovane e Perin del Vaga. Per circa un secolo la villa fu poi abitata da membri di famiglie prestigiose (Alessandro de’ Medici, Marzio Colonna, Lanfranco Margotti, Carlo Emanuele e Carlo Pio di Savoia), e nel 1660 fu trasformata in convento e fabbrica tessile, con il sostegno dell’ingente lascito di Ascanio Rivaldi, a cui deve parte del nome con cui è oggi nota. Fu in questa fase, che Controriforma e funzione conventuale spinsero a obliterare gli affreschi cinquecenteschi, rimasti così nascosti per tre secoli e mezzo sotto anonime ridipinture e che solo negli ultimi anni stanno riemergendo grazie ai restauri. Dopo l’Unità d’Italia la villa è stata prima una scuola femminile, mentre, tra 1931 e 1932, con lo sbancamento della collina Velia per la creazione di via dell’Impero – oggi via dei Fori Imperiali –, ha perso gran parte dei suoi giardini e l’originaria connessione con gli Orti Farnesiani.
Ha rischiato, quindi, di essere distrutta per far posto al Palazzo Littorio (1933) e a un grande centro commerciale, il Coliseum Center (1947-50), mentre tra gli anni ’70 e ’80 ha ospitato il “Convento occupato”, famoso centro sociale e culturale, in cui suonarono e si esibirono tanti artisti tra cui Franco Battiato, il Banco del Mutuo Soccorso, Pino Daniele, Antonello Venditti.
I saggi e le foto del volume, diviso in due sezioni – Storia, arte e architettura e I cantieri-scuola. Didattica e progettualità – rendono conto di questioni geologiche e di scoperte archeologiche; di architettura e di affreschi cinquecenteschi; di restauro e formazione, di sostenibilità, rifunzionalizzazione e futura valorizzazione.
Una storia che rimette al suo posto un rilevante tassello della topografia della città, e che, nei prossimi mesi, grazie a un accordo tra Regione Lazio, proprietaria del sito, e MiC, con Segretariato e ICR, sarà possibile vedere e ascoltare attraverso la formula del “restauro aperto”, che prevede visite guidate gratuite su prenotazione. I visitatori potranno così vivere un’esperienza avvincente all’interno di un sito che permetterà di scrivere nuove pagine di storia, archeologia e storia dell’arte, con uno sguardo inedito sul patrimonio culturale e sulla storia di Roma.
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