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Strategie e modelli di gestione per la salvaguardia del patrimonio archeologico a rischio

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Data: 17/05/2016

Un grande convegno a Roma proposto dall'Ufficio UNESCO di Kabul affronta i temi che mettono a rischio la conservazione del patrimonio archeologico in vaste aree del territorio afghano

 

L'avvio dello sfruttamento di sei aree minerarie in Afghanistan è subordinato al completamento delle indagini archeologiche e all'individuazione di un piano di gestione per il patrimonio culturale e paesaggistico coinvolto. E' il contenuto di un progetto che vede fianco a fianco il Governo Afghano, la Banca Mondiale e l'Unesco per affrontare, in modoconcreto, un possibile bilanciamento delle azioni di sviluppo e delle esigenze di conoscenza e conservazione del patrimonio culturale e del paesaggio.

La ricchezza dell'Afghanistan, in termini di eredità storica e di risorse minerarie, rende questo esperimento un efficace punto di partenza per un confronto molto largo: dall'Estremo Oriente all'America, in Africa e in Europa, quali sono le strategie e i modelli di gestione dello sviluppo compatibili con la tutela del patrimonio archeologico?

Se ne parlerà dal 25 al 27 maggio a Palazzo Barberini, nel corso dei lavori del simposio internazionale su Cultural Heritage & Development Initiatives, a challenge or a contribution to sustainability? Organizzato dall'Unesco, con la Banca Mondiale e il Governo Afghano, l'appuntamento ha potuto contare sulla piena condivisione con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e con il Ministero degli Affari Esteri, Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e con DAFA, Délégation Francaise Archéologique en Afghanistan.

Per partecipare ai lavori occorre registrarsi sul sito dedicato culturaldevelopment.info/ sul quale è possibile consultarne il programma.

L’ISCR vanta una a lunga tradizione di collaborazione con l’Afghanistan per progetti di restauro e conservazione e di formazione di tecnici specializzati.

Il Memorandum of Understanding firmato a Kabul il 4 maggio 2004 dal governo italiano e il governo afghano prevedeva tra i suoi articoli una collaborazione nel settore del restauro attraverso la formazione di restauratori afghani. La realizzazione dell’iniziativa fu affidata all’Istituto sulla base di una Convenzione tra l’allora Direzione Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale del Ministero degli Affari Esteri e l’Istituto.

Dopo una prima fase svoltasi a Kabul nel 2004, il cui oggetto fu il restauro delle statue buddiste di scisto danneggiate dai talebani, l’iniziativa, per motivi di sicurezza, proseguì in Italia.

Nell’ambito di questa collaborazione si inquadrava anche il corso di formazione sulla conservazione ed il restauro di manufatti metallici svoltosi nell’anno 2007 presso il Museo della Preistoria d’Abruzzo alle Paludi di Celano, con la collaborazione della Soprintendenza Archeologica per l’Abruzzo. L’iniziativa era rivolta a otto restauratori afghani provenienti dal National Museum of Afghanistan di Kabul.

Nel 2009, come follow up dei corsi precedenti, fu organizzato presso i Laboratori di restauro dell’ISCR a Roma un approfondimento dei problemi conservativi relativi ai manufatti in avorio ed osso, ben presenti nella realtà culturale afghana. Tra i materiali scelti per il corso venne inserito anche il letto d’osso della tomba 4 di Navelli, di recente rinvenimento, vicino tipologicamente ad esemplari in avorio provenienti dalla città ellenistica di Aï Khanoum in Afghanistan, fondata in Partia da coloni greci.

L’ISCR prosegue il proprio impegno oggi a Herat  con il progetto che lo vede coinvolto nel restauro del Mausoleo di Gawhar Shad Begum a Herat, attività si colloca all’interno del più ampio piano finanziato dalla Cooperazione Italiana allo Sviluppo del MAE.

Link alla news sul progetto

Nella foto grande in alto: fortificazioni nella valle di Bamyian
Nella foto in homepage: un’immagine del Museo Nazionale di Kabul