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La Madonna con i santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo di Guercino

analisi storico-critica

L’opera, eseguita nel 1629 per la Chiesa dei Teatini in Modena, è di notevole importanza nel percorso artistico di Guercino poiché fu la prima committenza ricevuta da un sovrano (Alfonso I d’Este) che non fosse il papa e per la città emiliana dovette assumere uno speciale significato. Si tratta di un dipinto appartenente alla fase classicista del maestro che abbandonato il naturalismo giovanile, si sforza di incanalare l’impeto espressivo semplificando la composizione. Le figure, diversamente da quanto si può vedere nei disegni preparatori nei quali si relazionavano tra loro e con lo spazio, si giustappongono in primo piano. Guercino era all’apice del successo professionale e dai conti tenuti da suo fratello sappiamo che l’opera fu pagata da Francesco I figlio di Alfonso, ben trecento ducatoni «uno per ogni figura e l’angelo in omaggio». 

Il dipinto raffigura l’apparizione della Vergine a San Giovanni evangelista e a San Gregorio Taumaturgo che portarono la rivelazione della semplicità della Parola in opposizione alle speculazioni di tipo filosofico. Nella composizione guercinesca è Giovanni a indicare la scrittura del Verbo, mentre la Vergine indica il Taumaturgo che spalanca le braccia esprimendo accettazione e stupore.

San Gregorio, vissuto nel III secolo era venerato per la sua opera di evangelizzazione e per i prodigi compiuti contro i pericoli causati dagli eventi naturali, dalle pestilenze e dalle malattie.

Il soggetto potrebbe essere stato commissionato a Guercino dal duca Alfonso d’Este come ex-voto per la guarigione da una grave infermità e venne solennemente esposto alla pubblica venerazione in San Vincenzo, nel secondo altare destro dedicato a san Gregorio, il 17 novembre 1630.