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Il relitto di San Pietro in Bevagna

intervento di restauro

 

Le operazioni hanno avuto inizio con la delimitazione dell’area di cantiere; il sito è stato quindi documentato con fotografie digitali. La prima operazione svolta a tal fine è stata la rimozione dei depositi sabbiosi e detriti con sorbona ad acqua, per la completa messa in luce delle superfici oggetto dell’intervento e per le operazioni successive. In seguito si è proceduti alla pulitura dei sarcofagi lapidei con spazzole, bisturi e spatole e quindi alla realizzazione del rilievo 3D e la mappatura delle principali forme di degrado, attraverso la raccolta di informazioni nelle  apposite schede SAMAS. L’area di biologia marina dell’ISCR ha studiato la caratterizzazione degli organismi biodeteriogeni presenti sui manufatti marmorei.

Nel corso dei lavori si è deciso di sperimentare il sistema ScubaScan per realizzare un rilievo tridimensionale del carico di sarcofagi. Questo sistema é stato progettato e sviluppato da Menci Software in collaborazione con l'Università di Napoli Suor Orsola Benincasa e ASAStudio. Vista la fase ancora sperimentale del programma, la Menci Software ha sponsorizzato, in parte, la realizzazione del rilievo 3D. Il sistema ScubaScan è in grado di generare modelli tridimensionali a nuvola di punti di manufatti sommersi. I modelli 3D generati da ScubaScan contengono le stesse informazioni cromatiche RGB delle immagini digitali dalle quali sono ricavati. Su ogni modello 3D è inoltre possibile applicare una texture raster, incrementandone ulteriormente la leggibilità.

Per il rilievo dei sarcofagi del relitto sono stati realizzati 48 modelli singoli, in seguito riassemblati in un unico modello complessivo. La risoluzione del modello finale ottenuto è mediamente di 1,5 mm tra un punto tridimensionale e l'altro. 

Al termine delle operazioni di rilievo e pulitura delle superfici marmoree sono stati  progettati e posizionati sul fondo due pannelli didattici che descrivono il sito archeologico e che forniscono informazioni sulla lavorazione e sul  trasporto del marmo in età romana.

Per migliorare la fruizione, i pannelli sono stati dotati di un coperchio di acciaio inox, che può essere aperto nel corso della visita e puoi richiuso. In questo modo si riesce a contenere l’azione degli organismi marini che, altrimenti, tendono a colonizzare il pannello e rendono impossibile la lettura sott’acqua, soprattutto, come in questo caso, quando non è prevista la presenza di personale incaricato di compiere la  manutenzione periodica del percorso.

Il sito può ora essere visitato sia dai subacquei, accompagnati da guide subacquee,  sia dai bagnanti con la maschera ed il boccaglio. Il relitto infatti è a soli 100 metri da riva, su un fondale di 5 metri, ed è quindi facilmente raggiungibile anche a nuoto dalla bella spiaggia di San Pietro in Bevagna.