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La sala delle maschere e il corridoio 131 della Domus Aurea, Roma

tecniche di esecuzione

Gli affreschi e gli stucchi della sala delle maschere e del corridoio 131 sono eseguiti rispettando la tecnica romana descritta da Vitruvio. I ricchi pigmenti erano stesi su uno strato di intonachino fresco, realizzato con calce e finissima polvere di marmo. Gli strati preparatori sono costituiti dalla sovrapposizione di diverse stesure di intonaci, che si distinguono tra loro per l’impiego di diverse tipologie di malta. Venivano applicati in stesure orizzontali (pontate) stese dall’alto verso il basso in corrispondenza dei registri decorativi delle pitture.

Sulla superficie dell’intonaco sono visibili le tracce della battitura dei fili,  ovvero l’impronta del cordino impresso sull’intonaco fresco che veniva utilizzato come griglia di riferimento per la successiva stesura del colore. Alcune incisioni circolari indicano l’uso del compasso per la costruzione dell’impianto decorativo e per l’esecuzione di alcuni elementi circolari. Sono infine presenti alcune incisioni dirette che abbozzano in modo approssimativo i profili architettonici e i dettagli più elaborati. La rapidità e la sicurezza dell’esecuzione pittorica suggeriscono l’estrema abilità delle botteghe impegnate nella decorazione di questi ambienti.

Tra i pigmenti impiegati, come confermato dalle indagini scientifiche, troviamo: ocre rosse e gialle (pigmenti a base di ossidi di ferro), i pigmenti bianchi a base di calcite e biacca (carbonato di piombo) utilizzati per le finiture finali,  l’azzurro a base di  blu egiziano, colore pregiato ottenuto dalla cottura di silice assieme ad un composto di rame e carbonato di sodio e calcio, e il verde a base di terra verde. Le indagini hanno confermato la presenza del minio, prezioso pigmento rosso a base di ossido di piombo.