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Madonna con Bambino (detta Madonna della Rosa)

Madonna con Bambino (detta Madonna della Rosa)
XVI secolo

Ignoto

Terracotta policroma, h 120 cm
Ussita (MC), Chiesa di San Placido

L’opera esposta è una madonna con bambino in terracotta dipinta alta circa 120 centimetri e fino al terremoto del 26 ottobre 2016 era posta entro la nicchia dell’altare di sinistra della chiesa di San Placido di Ussita.

Il territorio del comune di Ussita (446 abitanti) si trova al centro del Parco nazionale dei Monti Sibillini ed è costituito da numerose frazioni sparse in una vallata alle pendici del Monte Bove.  La frazione di San Placido si raggiunge passando da Castel Sant’Angelo sul Nera e si trova a 1103 metri s.l.m.  Nella piccola chiesa parrocchiale di San Placido (o Sant’Eustachio, nome che il santo assunse dopo la sua conversione), c’erano alcune opere d’arte interessanti tra le quali una tela dipinta ad olio raffigurante la Madonna della rosa (o del Pian della Croce) di scuola del Sassoferrato (XVII sec.).

Secondo Ansano Fabbi, parroco di Abeto e Todiano in Valnerina negli anni Sessanta e Settanta, morto nel 1980 e grande studioso della zona (che a sua volta cita U. Fiorenzuola), la nostra opera era detta “Madonna della rosa”, mentre la datazione risalirebbe al XVI secolo.  Fabbi descrivendo la chiesa e il suo contenuto dice inoltre, nella breve nota sulla scultura che «sembra lignea», come d’altra parte erano molte Madonne con Bambino policrome realizzate in quell’epoca.

Certamente la pesante ridipintura a tempera della statua con la quale oggi si presenta ad eccezione di alcune parti tra cui gli incarnati, ha contribuito ad appiattirne i volumi e a irrigidirne le movenze.

Ricoverata presso il deposito/laboratorio della Mole Vanvitelliana di Ancona la madonna fittile recuperata presso la chiesetta di San Placido dopo il terremoto dell’ottobre 2016 è diventata uno dei simboli dei danni compiuti dal terremoto ma anche della speranza di rinascita delle comunità locali.

È anche per questa ragione, oltre che per l’interesse dell’operazione conservativa che è stata scelta dalla direzione della Scuola di Alta Formazione dell’ISCR per il cantiere didattico inerente all’insegnamento del restauro” Materiali Ceramici” nell’anno accademico 2016/2017 svoltosi con gli studenti di I anno PFP4. L’attività di cantiere ha affrontato il complesso problema della ricomposizione della forma della Madonna con bambino riassemblando centinaia di frammenti.

L’avvio del cantiere didattico è stato preceduto dalla fase di documentazione grafica, fotografica e d’indagini scientifiche per la caratterizzazione dei materiali costitutivi, delle tecniche esecutive e dello stato di conservazione.

L’intervento di restauro è iniziato con la spolveratura delle superfici dei frammenti dai depositi incoerenti. A seguire sono state consolidate le zone interne della scultura prive di policromia e le superfici di frattura; in queste è stato applicato uno strato d’intervento (primer) con resina acrilica per rendere reversibile l’intero lavoro di ricomposizione dell’opera.

Preparati i frammenti alla loro manipolazione ed incollaggio si è potuto procedere alla fase preliminare di ricerca della corretta posizione delle centinaia di parti costituenti la scultura, fino a ricomporre tre grandi elementi. Durante questa operazione si sono potute comprendere meglio le difficoltà peculiari di questo caso: la grande frammentarietà del manufatto, la notevole differenza dimensionale dei frammenti, nonché una leggera deformazione delle porzioni più grandi di questi, dovute al rilascio di tensioni interne alla materia stessa che si erano accumulate durante le fasi di realizzazione della scultura (fenomeno frequente in opere di terracotta di medie e grandi dimensioni con spessori di materiale molto disomogenei che in seguito subiscono danni così gravi).

La soluzione a queste difficoltà è stata trovata realizzando, via via che si procedeva alla ricomposizione di grandi brani dell’opera, una struttura munita di puntelli in legno che si adattava alle forme e alle esigenze strutturali di volta in volta necessarie. La funzione di questa struttura provvisoria è stata quella di tenere insieme, in maniera stabile ed esatta, decine di frammenti in contemporanea, sia nella fase di ricomposizione provvisoria (momento di studio) sia in quella definitiva di incollaggio ed imperniaggio.

Per la fase di incollaggio sono stati utilizzati prodotti differenti a seconda delle dimensioni, peso ed esigenze strutturali dei frammenti o brani da ricomporre: resina ciano acrilica per i frammenti estremamente minuti, resina vinilbutirriale  per l’incollaggio di parti di medio piccole dimensioni, mentre la resina epossidica è stata utilizzata per l’adesione di parti di grandi dimensioni associata in alcuni punti all’utilizzo di perni in vetroresina (3 mm di diametro),  laddove è stata necessaria una forte tenuta strutturale.

La prima fase dell’intervento si è conclusa nelle 5 settimane di cantiere didattico con la ricostruzione di tre grandi elementi tenuti separati fra loro per consentire, in una fase successiva, la realizzazione, l’inserimento e l’ancoraggio di un supporto interno antisismico che accompagnerà in futuro l’opera.

L’intervento sarà completato seguendo diverse fasi: l’integrazione delle lacune con materiali cellulosici; la stuccatura delle linee di giunzione e delle superfici con gesso e colla; la pulitura delle superfici esterne e il completamento di quelle interne; la restituzione della cromia pittorica sulle stuccature e le integrazioni a puntinato e l’applicazione di protettivo superficiale. Saranno restaurate anche le due corone e gli ex-voto in metallo e tessuto che vestivano la madonna.

Verrà infine realizzato un supporto espositivo in materiale composito (laminazione strutturata in carbonio) che garantirà l’equilibrio statico dell’opera in condizioni di visibilità. Si realizzerà una sorta di piramide tronco-conica, con base sagomata sulla forma dell’appoggio, da inserire all’interno della statua, mantenuta in assetto da distanziatori automodellanti in materiale ammortizzante. L’appoggio della statua alla base e l’appoggio di quest’ultima al basamento espositivo saranno su una membrana antivibrazione. Il supporto sarà compatibile con l’eventuale posizionamento su base antisismica.

Tutti gli interventi saranno accompagnati da documentazione scritta, grafica e fotografica.

 

Gruppo di lavoro

Angelandreina Rorro: progettista e direttore dei lavori
Bianca Fossà: progettista e direttore operativo
Marisol Valenzuela: restauratore, progettista e direttore operativo degli interventi conservativi per i rivestimenti policromi
Adriano Casagrande: restauratore
Edoardo Loliva: documentazione fotografica
Roberto Ciabattoni: progettista per le indagini scientifiche e del supporto
Mara Bucci: documentazione grafica
Lucia Conti: indagini biologiche
Giancarlo Sidoti: indagini chimiche
Giovanni Carelli: assistenza tecnica e logistica