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La testiera in bronzo da Vulci

intervento di restauro

La ripresa radiografica del manufatto ha agevolato le fasi di messa in evidenza degli elementi. Infatti, ribaltando l’immagine si è ottenuta la visione chiara degli elementi occultati dal terreno ed è stato possibile riportare su un foglio di acetato la posizione della maggior parte di essi.
Le 6 borchie sono state pulite meccanicamente, alternando strumenti quali il bisturi chirurgico e il micromotore dentistico. Le borchiette, invece, sono state pulite all’interno di una vaschetta ad ultrasuoni. Tale strumentazione ha permesso la pulitura simultanea anche di 20 o 30 di esse, ma ha richiesto una rifinitura con l’ausilio dello stereomicroscopio ottico.
In seguito tutti gli elementi sono stati consolidati con resina acrilica Paraloid B72 al 3% peso/volume.
L’adesione dei frammenti è stata ottenuta con resina epossidica bicomponente colorata nell’impasto con colori in polvere. Il medesimo impasto è stato utilizzato per eseguire i risarcimenti delle lacune.
La posizione caotica assunta nel terreno di giacitura dalle 1600 borchiette ha reso complesso il tentativo di ipotizzare una precisa tipologia del manufatto. Questa evidenza, pertanto, avrebbe potuto indurci a decidere di presentare gli elementi nella originaria posizione di giacitura, scelta rispettosa dello stato di fatto, ma priva di chiarezza agli occhi di qualsivoglia osservatore.
Una ulteriore difficoltà era rappresentata dalla valutazione della larghezza delle corregge, che ci ha portati ad una scelta che è corretto definire ipotetica. La radiografia iniziale è stata elaborata digitalmente in modo da invertire i valori dei bianchi e dei neri e potere ottenere una sorta di positivo. Tale immagine è stata studiata con attenzione cercando di intercettare quei punti in cui un maggiore ordine geometrico nella posizione delle borchiette potesse suggerire la larghezza delle corregge, da noi individuata, infine, da 6 borchiette affiancate.
Per comprendere l’estensione degli elementi da realizzare ci si è serviti di una testiera contemporanea, con la quale è stato costruito un modello in acetato delle corregge.
Le borchiette sono state fissate su porzioni di velatino fatto aderire su sagome in Vivak ritagliate nella misura del modello. La flessibilità di questo materiale si prestava bene al montaggio sul supporto espositivo tridimensionale verso il quale ci si era orientati.
Infatti era stata proposta l’idea di realizzare una testa di cavallo a grandezza naturale, per consentire il posizionamento delle parti della testiera.

         Dopo una attenta ricerca, si è scelto come base di partenza il modello 3D, realizzato tramite scansione della testa Medici Riccardi, noto bronzo greco di età ellenistica, conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Il modello è stato modificato ed editato con software open source di modellazione 3D e ridotto in parti per realizzare la restituzione fisica mediante stampa 3D. La tecnologia di stampa impiegata è stata la FDM (Fused Deposition Modelling) e il filamento plastico utilizzato l'ASA (Acrilonitrile Stirene Acrilato), selezionato per le caratteristiche di stabilità e inerzia. Le varie parti stampate sono state ricomposte e stuccate con resina epossidica caricata con farina fossile. In ultimo, l’intera superficie è stata ricoperta con uno strato costituito da resina acrilica e pigmenti in polvere.