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Custodie liturgiche in legno e cuoio dorato a piccoli ferri

analisi storico-critica

Contenitori come scatole, custodie, bauli e forzieri, costituiti da una struttura rigida in legno o metallo e dotati di un rivestimento in cuoio, venivano prodotti già nel mondo antico. In Francia la produzione di rivestimenti in cuoio si affermò nel medioevo, e nel XIII secolo comparve in francese il termine gainerie, che definisce questo particolare aspetto della lavorazione del cuoio e che deriva da gaine, guaina, con riferimento al fodero della spada.

In Italia l’apparizione della custodia per calice e patena, nel XVI secolo, è legata alla rinnovata funzione attribuita agli arredi liturgici nell’ambito della Controriforma, prescritta e ribadita anche da San Carlo Borromeo nelle sue “Istruzioni”. Fra le custodie restaurate presso l’ICR si ritiene che ve ne siano due risalenti al XVII secolo (le 0339 e 0340), tre alla fine del Settecento /primi dell’ Ottocento (il porta-reliquiario 0338, la custodia del cardinale Doria 0342 e quella dedicata a Pio VII, 0344) e due della seconda metà dell’Ottocento (la 0345, dedicata a Pio IX, e la 1911).

Esistono diverse tipologie di custodie, relativamente alla forma. Fra quelle restaurate, le sei per calice e patena appartengono alla tipologia più diffusa, dotate di forma cilindrica per il calice e di una parte più ampia, posta al di sotto o al di sopra di esse, per la patena; la variante comprendente una base poliedrica (custodie 0342 e 0345) è di ambito laziale. L’inserimento degli oggetti liturgici avviene generalmente secondo un’apertura longitudinale e una suddivisione in due valve; tale suddivisione può riguardare, in alternativa, il piatto superiore, che in tal caso funge da coperchio. L’interno è  spesso imbottito e provvisto di una fodera, in pelle allumata o in tessuto (seta, panno o velluto) oppure in carta.

La decorazione a piccoli ferri orna la superficie secondo forme diverse, oltre a motivi lineari o curvilinei; non è rara la presenza di uno stemma dedicatorio, papale o cardinalizio, al centro del corpo della custodia o sulla faccia superiore.

Tra coperte di volumi e custodie è possibile individuare, in merito ai repertori dei ferri utilizzati nelle diverse epoche, strette analogie. Lo stile dei motivi decorativi e la loro disposizione rappresentano un valido aiuto ai fini della datazione e della localizzazione dell’ambito geografico di provenienza.

Le decorazioni sono prevalentemente dorate a foglia, ma non mancano nel repertorio delle custodie esempi con impressioni a secco, nonché con motivi realizzati in foglia d’argento, come la custodia 0340.

Molte informazioni sulle custodie liturgiche rivestite in cuoio esistenti in Italia, ed immagini ad esse relative, sono disponibili online sul portale BeWeb, curato dalla CEI, che sta censendo i beni culturali ecclesiastici di proprietà delle diocesi.